mercoledì 7 marzo 2018

Un interessante comitato



Questo è il Primo Ministro indiano. No, non quello sullo sportellone dell'aereo, quello con le mani giunte. Si chiama Narendra Damodardas Modi e si è messo in testa di riscrivere la storia dell'India. Il suo scopo è di dimostrare che L'india è sempre stata e deve continuare a essere induista e che quindi i più o meno 260 milioni di musulmani, buddisti, jain, cristiani, sikh e zoroastriani sono dei puzzoni. 
Che vedesse i musulmani come cittadini di seconda classe, Modi lo aveva già ampiamente dimostrato durante i progrom anti-islamici del 2002 nel Gujarat, stato del quale era Chief Minister. In quell'occasione perirono 1.144 persone secondo le autorità, più di 2.000 secondo varie fonti indipendenti, e ci furono 150.000 profughi.

Da quando è diventato Primo Ministro, Modi non ha mai smesso di promuovere il nazionalismo religioso, anche con dichiarazioni imbarazzanti. Un articolo dell'agenzia Reuters ricorda che in occasione dell'inaugurazione di un ospedale di Mumbai Modi disse:

Noi adoriamo Ganesh e forse a quei tempi c'era un chirurgo plastico che mise la testa di un elefante sul torso di un uomo. Ci sono molte aree allo sviluppo delle quali i nostri antenati hanno largamento contribuito.

Niente da obiettare, Mister Modi: in fondo anche in Occidente c'è chi è convinto che la Terra sia stata creata 5.000 anni fa da un signore con barba bianca e triangolo dorato dietro la testa che poi ha avuto un figlio da una vergine rimasta tale dopo il parto.

La Reuters rivela che il governo Modi ha messo in piedi un bel comitato di 14 membri con lo scopo di dimostrare: 1) che gli indiani moderni sono i discendenti dei popoli che abitavano l'India molte migliaia di anni fa e non di quelli che l'hanno invasa 3.000 anni fa e 2) che testi come Il Ramayana e il Mahabharata dicono tutta la verità e vanno presi alla lettera.

Il comitato è presieduto da un tale K. N. Dikshit, il cui cognome, almeno foneticamente, significa cacca di pene, il che non lascia presagire granché di buono. E infatti Mr. Dikshit ha candidamente dichiarato che gli era stato chiesto un rapporto che potesse aiutare il governo a riscrivere alcuni aspetti della storia antica
Non per vantarmi di avere scritto tre righe fa il che non lascia presagire niente di buono, ma quando un governo si mette in testa di riscrivere la storia, non a caso chiede aiuto a delle cacche di pene.

Dietro queste porcate c'è il potente RSS, Rashtriya Swayamsevak Sangh (Organizazione Volontaria Nazionale), che da anni sostiene attivamente il partito di Modi, il BJP (Bharatiya Janata Party, ovvero Partito del Popolo Indiano). L'RSS si è distinto nel 1992 partecipando all'organizzazione della distruzione di una moschea del XVI secolo nella città di Ayodhya, nell'Uttar Pradesh. Quell'incidente incidente negli anni successivi è stato all'origine della morte di varie migliaia di persone nel corso di manifestazioni, pogrom e altre spedizioni e controspedizioni punitive in giro per l'India.

Il comitato, ufficialmente chiamato comitato per lo studio olistico dell'origine e dell'evoluzione della cultura indiana a partire da 12.000 anni fa e ai suoi interscambi con altre religioni del mondo, il che non è poco, è stato istituito dal Ministro della Cultura, Maresh Sharma, un medico, che i giornalisti della Reuter citano tra virgolette: “Venero il Ramayana e credo che sia un documento storico. Chi crede che si tratti di finzione si sbaglia completamente.”

È bene ricordare che il Ramayana racconta tra l'altro che il dio Rama, volendo liberare la moglie Sita, tenuta prigioniera dal demone Ravana sull'isola di Lanka (attuale Sri Lanka), si alleò con il re delle scimmie. Le stesse scimmie costruirono un ponte tra l'India e lo Sri Lanka, ponte fatto di pietre che galleggiavano perché su ognuna di loro c'era inciso il nome di Rama. E mi fermo qui.

Sia chiaro: il Ramayana è molto bello, su questo non ci piove. Ma anche la storia di Zeus e Leda, o quelle di Orfeo ed Euridice, della nascita di Atena e della mela d'oro lo sono. Non per questo si deve temere di essere smentiti affermando che chiunque sostenga che sono meno fittizie di quella di Biancaneve e dei sette minatori diversamente alti è matto come un equus caballus. (Il latino è per fare il figo)

Che sia per questo che il ministro ha nominato tra i membri del comitato un certo Professor Santosh Kumar Shukla, che ha detto ai giornalisti della Reuters che crede che la cultura indiana sia vecchia di milioni di anni? Qualcuno può per favore ricordargli che homo sapiens è apparso sulla Terra, anno più, anno meno, tra 200.000 e 300.000 anni fa e che è solo — anche qui anno più, anno meno — 70.000 anni fa che ha deciso di andare a vedere se fuori dall'Africa si stava meglio? Grazie.

Viviamo davvero in un'epoca formidabile. La stupidtà, sorella gemella del fanatismo religioso, dilaga ovunque. Anche, ahinoi, in quell'India che ha visto la nascita di alcune delle religioni più tolleranti del mondo.

A parte andare a farmi un caffè, non saprei proprio come reagire.